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CAMBOGIA | UN VIAGGIO CHE NON DIMENTICHEREMO MAI

6 Marzo 2017
Per il nostro tanto atteso viaggio di nozze abbiamo deciso di rinunciare a mega suite con Jacuzzi, champagne in camera, cocktails serviti con i guanti bianchi; io ho rinunciato al make up, al mio rossetto ed outfits super fashion da holidays. Tutte queste rinunce per avere in cambio quello che sto per raccontarvi…

Volevamo vivere un esperienza speciale e rilassarci allo stesso tempo. Sapevamo che il Sud-Est asiatico ci avrebbe dato quello che stavamo cercando. Le destinazioni scelte sono Cambogia e Tailandia. In questo articolo vi racconto della prima settimana in Cambogia. Nel prossimo parleró della Thailandia.
Dopo aver deciso le date ci siamo chiesti cosa volevamo dal nostro viaggio. Quando ti poni questa domanda, devi sapere, che la risposta, è quello che ti resterà nel cuore e nella mente! Quello che ti terrai dentro per tutta la vita e che racconterai…
Il criterio di scelta é stato abbastanza veloce. Facendo un giro di mappe e luoghi da visitare su internet, ci siamo resi conto che é il sud-est asiatico ci ha fatto venire le farfalle allo stomaco. Anche se era un mondo a noi sconosciuto, le aspettative erano alte. Semplice! Istinto e curiosità ti portano nel posto giusto.
Abbiamo sin da subito deciso di evitare posti super turistici pieni di resort e cemento ovunque. Viviamo a Londra, la cittá che ti da tutto, tanto, troppo forse… ed abbiamo pensato che il vero relax potevamo ottenerlo rinunciando a tutte le abitudini ed i confort, di cui, non riusciamo a fare a meno.
Prima tappa: Sieam Reap. Un’allegra cittadina che ci ha accolti calorosamente, in tutti sensi.
Con il nostro mitico tuk tuk Driver abbiamo passato una giornata bellissima, nel pieno della tranquillitá. Quando sali sul tuk tuk non c’é niente di cui preoccuparti, loro di rendono le giornate facili, ti accompagnano, ti consigliano cosa come e dove. É una specie di adozione, sono dolcissimi, quasi non te ne accorgi che quello che fanno é il loro lavoro…sembra che vogliono passare del tempo con te.

tuc tuc

A pochi km dalla citta ci aspettano i templi di Angkor.  Angkor wat il tempio religioso piú grande del mondo, migliaia di persone, da ogni parte del mondo, viene ad apprezzare la maestositá di questo complesso.   L’immagine che ho da lontano prima di avvicinarmi al tempio mi fa fare un respiro profondo ed inizio ad incamminarti verso questa meraviglia. Ammirevole, incredibile… come hanno potuto costruire una struttura simile. Non credo ai miei occhi, tutti quegli intagli nella pietra, quanti anni ci saranno voluti per finire queso meraviglioso tempio?

Ci sono altri templi del complesso di Angkor che mi hanno affascinata. Ta Prom – Banteay Srey – Bayon – Phnom Bankheng – Phea Khan. Pietra ed alberi sono diventati un’unica cosa. Architettura e natura completamente fuse tra loro. Spettacolo!

Questa immagine che segue a qualcuno puó tornare familiare. Io mi sono sentita Lara Croft, sono davvero entrata nel gioco che mi ha consumato pomeriggi e settimane… Questo é il luogo di ambientazione di Tomb Raider.

Dopo l’emozionante visita ad Angkor, risaliamo  sul tuk tuk per raggiungere il villaggio galleggiante di Kampong Pluck. Un anziano signore del posto,di poche parole, ci aspetta su una barca per accompagnarci in questa nuova avventura. Orgogliosamente ci mostra alcuni punti da osservare, assicurandosi che nulla ci sfugga del suo villaggio. I miei occhi si danno il cambio con la macchina fotografica, quello che vedo solo immortalandolo potró spiegarlo…Sono sicura che il signore, in mente sua, si sará chiesto “cos’avrá questo posto di così  interessante?”.

Le loro case sono palafitte costruite con pali di bamboo. Sono alte 7 metri o piú perché, quando c’é il periodo delle piogge monsoniche, il fiume, Tonle Sap, si alza di molti metri; alcune palafitte sono chiuse, altre completamente aperte e quando passi li davanti intravedi come sono fatte all’interno, come vivono, cosa stanno facendo sospesi in aria. Una famiglia ci invita a visitare la loro casa. Io ed Ale ci guardiamo, entrambi scettici; non é carino rinunciare al loro invito, nella loro semplicitá potrebbero non capire il nostro scetticismo. La timidezza che mostravano al di fuori delle loro case, si é traformata in cosí tanta gentilezza! Averci in giro nella loro casa li diverte tanto e sono cosí gioiosi!  All’interno si presenta come un’unica stanza con cucina, letti e di tutto di piú.
Oltre alle case, incredibili sono le gabbie galleggianti con dei maiali all’interno, che si mantengono a galla su dei fusti di plastica.

L’attivitá prevalente é la pesca, donne, uomini, giovani, anziani, ragazzini pescano tutto il giorno. Il pescato si venderá il giorno dopo al mercato in cittá.
Alla fine del percorso ci hanno trasferiti dalla barca grande su una mini barchetta per fare un giro tra le acque del fiume, in mezzo agli alberi. Questo signore si muove come un gondoliere, muove la barca immergendo un palo nel fiume, prima su un lato poi sull’altro. Un percorso lento, silenzioso, gli unici rumori sono lo scricchiolio del legno della barca e l’acqua mossa dal palo. E noi senza dirci nulla osserviamo e pensiamo…riflettiamo…ci godiamo il momento in silenzio. Il click dello scatto della mia camera, rimbomba tra gli alberi e gli uccelli smettono ti cinguettare.

Due donne su un’altra barchetta ci fermano per venderci quaderni e matite da regalare ai bambini, che ci aspettano ansiosi di ricevere i loro regali. Non ci eravamo accorti che il pontile era anche la sede di una scuola. Basta un quaderno ed una penna per farli saltare di gioia.
Si é fatto tardi, rientriamo all’imbrunire percorrendo il fiume al contrario e lungo le sponde vediamo che tutte le famiglie del villaggio, alzano le reti e scartano il pesce pescato. I focolai accesi lungo il percorso, le torce dei pescatori e la luna ci illuminano la strada di ritorno.
La sera tardi siamo partiti per Koh Rong con uno sleep bus, esperienza anche questa. Mai e poi mai avrei pensato che un giorno avrei potuto attraversare la Cambogia su uno sleep bus. É un bus notturno con dei letti al posto delle normali sedute, coperte e cuscini puliti e bagno. A causa della mancanza di rete ferroviaria, i Bus sono molto usati e si preferisce viaggiare la notte ed arrivare a destinazione ben riposati.
La mattina seguente arriviamo al porto di  Sihanoukville, dove ci aspetta un taxi barca diretto sull’isola si Koh Rong
Approdiamo sul porticciolo dell’isola dove prendiamo un’altra taxi barca per raggiungere il villaggio Sok San. La barca é di legno, super lenta, ci fa assaporare a piccole dosi quello che stiamo per raggiungere nei prossimi 40 minuti di navigazione ondeggiande. Davanti ai nostri occhi la punta della barca arrugginita, una spiaggia semi deserta, qualche bungalow, un molo costruito alla mano con qualche palo di legno ed una passerella che non ti da per niente fiducia camminarci su. Si é proprio questo!

Ad accoglierci umili residenti di poche parole e tanta timidezza, ancora non pronti a ricevere visite dall’occidente. Qualche parola in inglese qua e lá, altrimenti ci si fa capire come in ogni parte del mondo.
Zaini in spalla, macchina fotografica, mare, spiaggia e quattro tavole di legno inchiodate alla buona in cui dormire, per noi é tutto quello di cui abbiamo bisogno.
Ci sistemiamo nel nostro bungalow sulla spiaggia, fronte mare. Sorretto da pali di legno e costruito con quattro tavoloni di legno scricchiolante; se abbassi gli occhi sul pavimento, tra una tavola e l’altra c’e lo spazio per vedere la spaggia sotto di noi; una finestra che per aprirla ci vuole una gran forza, ma quando lo fai intravedi tre fasce di colore: il bianco della spiaggia, il verde acqua del mare ed il blu del cielo con qualche palma che spezza i toni di colore. Appena davanti la finestra, ad ornare la visione, ci sono dei fili di conchiglie che mossi dal vento emettono un suono che sembra un canto, qualcosa che mi sembra di aver letto nell’ Odissea.

Il letto con la rete protettiva per gli insetti, ed il bagno che devi immaginare di averlo. É composto da stanza con uno specchio dove posso riflettere solo la mia faccia, attaccato alla parete di legno con uno spago e rivolto verso il pavimento. Che ridere! Una doccia che funziona forse con qualche parola magica ed un mega fusto pieno di acqua pulita con all’interno una piccola bacinella, che servirá per farci la doccia a getto di bacinella. Per faccia e denti abbiamo optato per una comoda bottiglia d’acqua che ogni sera ci portiamo dal ristorante. Durante le ore notturne la corrente viene a mancare per risparmiare, ma poco ce ne importa. Tanto c’é il mare ed il rumore delle onde, non ci serve altro.
Le giornate sull’isola sono molto semplici ma intense, il mare ci sveglia e ci addormenta. Il nostro vicino di bungalow, anche lui occidentale, sembra uno scrittore o un musicista. Lo trovo tutte le mattine sulla sua sedia, con i suoi libri, la sua chitarra ed i suoi Ray Ban che osservava il mare per ore.
Due ragazzini che avranno avuto quindici anni, con la loro barca di legno ci hanno portato a pescare, a visitare l’altra spiaggia dell’isola, Long Beach, famosa per il reality Survivor; dove un tramonto ti lascia immobile fino a quando l’ultima piccola parte di quel sole gigante scompare nel mare. Che colori! É il sole che disolito disegnavo a scuola, enorme, di un colore intenso. Pensavo esistesse solo nei miei disegni! A sostituire la luce del sole sono arrivati i fasci di luce dei Plankton nel mare, ed un bagno di notte circondati da lucciole in mare é stata l’ultima esperienza di questa giornata indimenticabile.

Quando sono tornata dal viaggio una domanda molto ricorrente é stata: “com’é la vita li?” Io non ho dato risposte molto esaudienti, ma ho promesso che avrei scritto quello che avevo dentro di me e quello che ho vissuto. Per me é piú facile scriverlo che spiegarlo a voce…
La loro vita é semplice, fatta di piccole cose che per loro sono grandi ed abbastanza per essere felici. Quelle cose che noi,  ad un certo punto della vita, abbiamo dato per scontato e dimenticate. Dimenticando che sono la base della vita e che senza di loro non si va da nessuna parte. É proprio vero il mondo e diviso in due e qui ho realizzato il vero significato della differenza tra oriente ed occidente. E non esiste uno meglio dell’altro… Certo noi siamo avanti anni luce, paragonandoci a questa parte di Asia, ma loro possono essere maestri della vita, del mondo! Parliamoci chiaro io qui ho capito cosa vuole dire mia nonna quando mi racconta aneddoti di quando lei era giovane, quando al suo tempo si viveva con il contatto umano, di piccole cose e povertá. Noi giovani genereazioni possiamo solo immaginare i racconti dei nonni o  viverli quando si visitano questi posti. Il contatto umano é la base del sud-est asiatico. Tutti i giorni abbandonavo la spiaggia per farmi un giro nel villaggio, appena dietro i nostri bungalows. Ho visto gente svegliarsi la mattina e ridere, anche senza motivo. Divertirsi nel vedermi girare con una fotocamera in mano e lo so cos’hanno pensato: ”ma cos’abbiamo noi di straordinario al punto di essere ripresi?” Sono passata per una tipa strana, mentre filmavo mi capitava di inciampare e loro senza trattenersi, scoppiavano in una risata di gruppo. La sera poi, cenano tutti insieme, le famiglie si riuniscono con i vicini, fanno le tavolate e guardano la televisione insieme. La tv é un lusso e solo poche famiglie se lo sono concessi. Ma cosa ne sanno loro di quello che succede nel mondo! Loro ti danno poche cose che ti arrivano dritto al cuore, ti donano i loro sorrisi sinceri e quegli sguardi… non te li togli dalla mente. Con gli occhi dicono tutto. Nemmeno sanno quanta energia sono ingrado di trasmetterci.
Si riparte per la Thailandia, cosa ci riserverá…?

With Love, Ross♥

Altre foto

Special Thanks to Ale che ha collaborato scattando foto bellissime!

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2 Comments

  • Reply Zia cinzia 6 Marzo 2017 at 9:29 am

    Stupendo!!! hai fatto viaggiare anche me con il pensiero!!!

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